Approfondimenti
Gualtiero Marchesi e la Riviera Ligure di Ponente
Gualtiero Marchesi era molto affezionato ai luoghi del Ponente Savonese e in particolare ad Alassio e ad Albenga dove aveva stretto una salda amicizia col dott. Roberto Pirino, esperto in gastronomia.
Il dottor Pirino informato della scomparsa dai famigliari di Marchesi lo ricorda: "Era una persona che teneva a curare i sapori e i profumi nella preparazione dei piatti. Ha lavorato con passione sino all'ultimo momento della sua vita. Viene a mancare una pietra miliare dell'arte culinaria italiana".
Gino Rapa dei Fieui di caruggi lo ricorda così: "Veniva spesso nella cantina di Dino Vio e si scambiavano, tra un bicchiere e l'altro, due chiacchere sul futuro dei giovani amanti della gastronomia. Poi ci si allungava fino al frantoio Sommariva dove con Agostino si faceva salotto, parlando sempre immancabilmente del Buon Mangiare. Era un gentiluomo di altri tempi, uomo semplice, alla mano".
Gualtiero Marchesi era molto affezionato a tutta la riviera di ponente.
Si recava spesso a Garlenda con la famiglia e la mamma, prendendo alloggio alla Meridiana della famiglia Segre Zunino. Frequentava i ristoranti, che promuovevano la buona cucina, tra questi, a Laigueglia, il Vascello Fantasma che, sotto la direzione di Erminio Bergia ospitava negli anni 80/90 le serate del buon ricordo.
Barone Pizzini - Franciacorta 1870
Il nome Franciacorta, territorio compreso tra Brescia e il lago d’Iseo, comparve per la prima volta nel XIII secolo, in richiamo alle ‘curtes francae’, le corti franche esenti da dazi o gabelle.
Nel corso dei secoli la ricchezza della Franciacorta richiamò le ricche famiglie del tempo, tra loro, un ramo dei Baroni Pizzini von Thurberg, nobile famiglia di Rovereto, frequentatori dei migliori salotti del tempo.
Nell' 800 la Franciacorta aveva già una tradizione vitivinicola consolidata. Il Catasto Napoleonico, datato al 1809, certifica l’esistenza di quasi 1000 ettari di terreno vitato e quasi mille ettari di arativo vitato: superiori alle necessità degli abitanti del territorio, quindi destinati alla vendita.
Nel 1870 i fratelli Enrico e Bernardino fondano l’Amministrazione Agricola Pizzini e si distinguono subito come agricoltori illuminati.
Nel 1967 La Franciacorta viene riconosciuta come zona a denominazione di origine controllata. Barone Pizzini è tra i primi produttori ad ottenere il marchio.
Nel 1998 la cantina avvia l’esperienza della viticoltura biologica, per ottenere un vino con un forte legame con il territorio, unico e irriproducibile altrove.
Con la vendemmia 2002 nasce il primo Franciacorta Biologico.
Arrivano anche importanti riconoscimenti: nel 2012 A Londra, l’International Wine Challenge proclama il Franciacorta Rosé 2008 miglior vino biologico al mondo.
Nel 2015 Viene assegnato all'azienda il premio speciale per la Viticoltura Sostenibile del Gambero Rosso.
Barone Pizzini ottiene inoltre l’attestato Biodiversity Friend, primo standard per la certificazione della biodiversità in agricoltura, patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e di proprietà della WBA-World Biodiversity Association onlus.